Si racconta che Federico II fosse un giovane piuttosto turbolento, talvolta incline ad ignorare le rigide regole della Corte. Una volta diventato Re di Sicilia volle concedere, sotto l’impulso del suo grande amore per le arti, un’identica licenza ai Trovatori: i cantastorie e i rimatori di strada così diffusi al suo tempo. Al pari di tanti suoi sudditi, infatti, Egli ne apprezzava la passione, la fantasia e l’abilità di trovare – cui rimanda il nome provenzale “Trobador” – sempre nuove storie di dame e cavalieri in grado di emozionare il pubblico e di trasmettere messaggi edificanti, anche grazie all’evocazione di un passato idealizzato. Per chi accetti di immergersi con la fantasia in questo contesto storico ed emotivo, la vista degli affreschi del soffitto della Camera dei Trovatori genera un fascino immediato e induce a viaggiare con la mente a ritroso, verso l’epoca misteriosa e avvincente del Medioevo.
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